martedì 2 dicembre 2008

Sacconi: “Ripartire dalla persona e dalla piccola impresa”


Il Ministro ha inaugurato Pordenone Pensa con un incontro a Sacile. E con una ricetta per superare la crisi: “Ripartire dalla persona e dalla piccola impresa”. Immigrazione: “Bloccati gli ingressi nei settori manifatturiero ed edile”.

Pordenone Pensa parte bene. All’incontro di Sacile con Il Ministro del Welfare Maurizio Sacconi era presente un pubblico numeroso e attento. E il Presidente della Provincia Alessandro Ciriani, nel suo breve saluto introduttivo, ha auspicato la fine delle “sterili polemiche” attorno a Pn Pensa, di cui peraltro ha ribadito il carattere pluralista. Ha poi subito preso la parola il Ministro del Welfare, sollecitato dalle domande dei due moderatori, i giornalisti Davide Lisetto del Gazzettino e Martina Milia del Messaggero Veneto. Secondo Sacconi, sono due le stelle polari che hanno ispirato e dovranno ispirare le misure del Governo per superare la crisi: la persona e la piccola impresa.

La persona - “Dobbiamo ripartire dalla dimensione umana della crisi” ha osservato il Ministro, che sul tema ha lanciato una forte critica al leader CGIL Epifani, secondo il quale il problema numero uno della crisi è incarnato dal giovane precario. “Non è così –ha affermato il Ministro – il primo problema è il padre di famiglia che si trova disoccupato”. Ed è qui che il sistema delle protezioni deve rafforzarsi, non con passivi sussidi di disoccupazione, “ma con una serie di attività di aggiornamento professionale, di incrocio domanda/offerta di lavoro per garantire alla persona un veloce ed efficace reinserimento”. E a proposito della formazione, è necessario che essa sia legata all’esigenza dell’impresa e non al mondo autoreferenziale dei formatori: “Incontreremo le regioni per concertare un uso migliore dei fondi per la formazione” –ha dichiarato Sacconi. Che ha poi attaccato: “La sinistra ama così tanto i precari che in questi anni li ha prodotti attraverso corsi di laurea inutili e facendo dell’Università una fabbrica di precariato”.

La piccola impresa – “Ciò che va bene alla piccola impresa va bene al Paese”. E’ la formula che Sacconi ha indicato modificando quella che recitava “ciò che va bene alla Fiat va bene all’Italia”. E’ proprio la dimensione della piccola impresa, la “multinazionale tascabile” che ha permesso al nordest di “uscire dalla crisi dei primi anni 80 con gli investimenti e le idee”. “Il pacchetto anticrisi varato dal Governo – ha sostenuto Sacconi- è tarato proprio sulla piccola impresa, con provvedimenti che vanno nella direzione della semplificazione fiscale e burocratica. Abbiamo ottenuto così un risparmio stimato in 4 miliardi di euro”. Tra gli argomenti di discussione, anche la questione immigrazione e lavoro. Sacconi ha fatto presente di aver stabilito assieme a Maroni il blocco degli ingressi per i settori manifatturiero ed edile. Via libera, invece, a 150 mila badanti e alle alte professionalità, “di cui il Paese ha bisogno”.

1 commento:

Luca Imperio ha detto...

Sono d'accordo con il Ministro, la piccola impresa crea opportunità di lavoro e ridà dignità alle persone, che possono mandare i figli a scuola e debellare la crisi in cui ci troviamo.Per il precariato, io non riesco a trovare dipendenti, cosa debbo pensare? Forse che è comodo farlo tanto ci sono comunque mezzi che possono aiutare?