giovedì 12 maggio 2016

Pordenone città inclusiva, un obiettivo che riguarda tutti noi



Pordenone Città Inclusiva – per un futuro migliore”. 
È questo il titolo di un incontro che abbiamo organizzato per sabato 14 maggio 2016 alle 10.30 nella Bastia di Torre, sala riunioni. I relatori sono professionisti del sociale da un lato, architetti e ingegneri specializzati nella progettazione inclusiva dall’altro: il presidente dell’associazione di promozione sociale Solo per il bene Cristiano Viotto, gli architetti titolari dello studio Global Project Erica Gaiatto e Francesco Casola, il direttore di una coop sociale Andrea Satta, il presidente dell’associazione di volontariato Futuro sereno onlus Orianna Sanson e il funzionario tecnico del Comune di Fiume Veneto Cristina Amirante.

Questo incontro rispecchia una nutrita parte del nostro programma, ovvero quella dedicata al welfare in generale e all’inclusione delle fasce sociali più deboli  dall’altra. L’obiettivo inclusione, infatti, riguarda tutti. In primis la persona disabile, laddove per disabilità si intende un ventaglio così ampio di problematiche che ha necessità spesso differenti. Ma anche gli stessi anziani: le statistiche dicono che la popolazione di ultra65enni raggiunge il 25% della popolazione in diversi comuni del conurbamento mentre quella di ultra75enni si aggira attorno al 10/12 %; ciò predispone a situazioni di disabilità legate alla fisiologica progressiva perdita di autonomia. Non si dimentichino le mamme con il passeggino, costrette a fare percorsi ad ostacoli o slalom tra sanpietrini scollati, marciapiedi insormontabili e una diffusa presenza di barriere architettoniche.

Il nostro programma prevede una riqualificazione della città che sarà fisica, strutturale, e investirà sulla destinazione d’uso di aree pubbliche e di edifici privati, incentivando i proprietari di immobili ad investire sul patrimonio edilizio in cambio di sgravi fiscali e di servizi.      
Un programma, il nostro, che guarda alla fruibilità e accessibilità alla città da parte di tutte le categorie sociali, e che è stato confezionato con estrema cura dando ascolto a molteplici categorie di disabili, dai non vedenti ai portatori di handicap fisici e cognitivi.

Il Comune deve sostenere e promuovere un “pensiero inclusivo” a tutto tondo, garantire l'impegno di tutti gli attori coinvolti (istituzioni, associazioni e volontari) e coordinare la forte presenza di Cooperative Sociali, associazioni di Volontariato e associazioni Familiari. Ma soprattutto predisporre progettazioni con il coinvolgimento e la partecipazione di tecnici del mondo della disabilità, perché il cambiamento possa essere apportato in modo pertinente alle effettive esigenze di inclusione dettate dalle fasce sociali più in difficoltà. Solo così si può migliorare l’accessibilità a tutti gli ambienti a finalità pubblica e insieme spingere al rinnovamento anche delle strutture private.

Il tema inclusione riguarda anche l’inserimento lavorativo dei disabili (avviato con successo nel corso del mio mandato come Presidente della Provincia), l’adeguamento della rete dei trasporti, ma anche la presenza di luoghi di socialità all'interno dei centri polifunzionali dei quartieri dove gli educatori possano accompagnare i disabili a trascorrere il tempo insieme ad altri cittadini, guardare insieme un film o semplicemente chiacchierare in luoghi aperti e accoglienti.

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