“Pordenone
Città Inclusiva – per un futuro migliore”.
È questo il titolo di un incontro che abbiamo
organizzato per sabato 14 maggio 2016
alle 10.30 nella Bastia di Torre,
sala riunioni. I relatori sono professionisti del sociale da un lato,
architetti e ingegneri specializzati nella progettazione inclusiva dall’altro: il
presidente dell’associazione di promozione sociale Solo per il bene Cristiano
Viotto, gli architetti titolari dello studio Global Project Erica Gaiatto
e Francesco Casola, il direttore di
una coop sociale Andrea Satta, il
presidente dell’associazione di volontariato Futuro sereno onlus Orianna
Sanson e il funzionario tecnico del Comune di Fiume Veneto Cristina Amirante.
Questo incontro rispecchia una nutrita parte del
nostro programma, ovvero quella dedicata al welfare in generale e all’inclusione
delle fasce sociali più deboli dall’altra.
L’obiettivo inclusione, infatti, riguarda tutti. In primis la persona disabile, laddove per disabilità si
intende un ventaglio così ampio di problematiche che ha necessità spesso
differenti. Ma anche gli stessi anziani:
le statistiche dicono che la popolazione di ultra65enni raggiunge il 25% della
popolazione in diversi comuni del conurbamento mentre quella di ultra75enni si
aggira attorno al 10/12 %; ciò predispone a situazioni di disabilità legate
alla fisiologica progressiva perdita di autonomia. Non si dimentichino le mamme con il passeggino, costrette a
fare percorsi ad ostacoli o slalom tra sanpietrini scollati, marciapiedi
insormontabili e una diffusa presenza di barriere architettoniche.
Il nostro programma prevede una riqualificazione della città che sarà fisica, strutturale, e
investirà sulla destinazione d’uso di aree pubbliche e di edifici privati,
incentivando i proprietari di immobili ad investire sul patrimonio edilizio in
cambio di sgravi fiscali e di servizi.
Un programma, il nostro, che guarda alla fruibilità
e accessibilità alla città da parte di tutte le categorie sociali, e che è
stato confezionato con estrema cura dando ascolto
a molteplici categorie di disabili, dai non vedenti ai portatori di handicap
fisici e cognitivi.
Il Comune deve sostenere e promuovere un “pensiero
inclusivo” a tutto tondo, garantire l'impegno di tutti gli attori coinvolti (istituzioni,
associazioni e volontari) e coordinare la forte presenza di Cooperative
Sociali, associazioni di Volontariato e associazioni Familiari. Ma soprattutto
predisporre progettazioni con il coinvolgimento e la partecipazione di tecnici del mondo della disabilità, perché il
cambiamento possa essere apportato in modo pertinente alle effettive esigenze
di inclusione dettate dalle fasce sociali più in difficoltà. Solo così si può migliorare
l’accessibilità
a tutti gli ambienti a finalità pubblica e insieme spingere al rinnovamento anche delle
strutture private.
Il tema inclusione riguarda anche l’inserimento lavorativo dei disabili (avviato
con successo nel corso del mio mandato come Presidente della Provincia), l’adeguamento
della rete dei trasporti, ma anche la presenza di luoghi di socialità
all'interno dei centri polifunzionali dei quartieri dove gli educatori possano
accompagnare i disabili a trascorrere il tempo insieme ad altri cittadini,
guardare insieme un film o semplicemente chiacchierare in luoghi aperti e
accoglienti.
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